ANNA BRENNA
ACQUE SILENZIOSE
A pochi chilometri dal centro storico della capitale rumena, si trova un singolare „circuito“ di cemento. Quando si osserva dall’esterno, la costruzione di calcestruzzo può apparire come un’impenetrabile fortezza militare. Durante il comunismo erano molti gli ambiziosi piani di sviluppo per il paese. Uno di questi prevedeva la costruzione di un lago artificiale da collegare al fiume Dâmbovița, per creare una sorta di mini porto nella città.
Dopo il 1989, a seguito della rivoluzione e della caduta del regime, l’incompleto progetto venne lasciato a se stesso. Lentamente la natura prese il sopravvento, alcune sorgenti sotterranee, non previste dai progettisti, iniziarono a sgorgare dal terreno, portando con sé alcune specie di pesci non endemiche alla zona. La vasta superficie si trasformò lentamente in un'area umida, un delta urbano; uccelli migratori, anch’essi non presenti in città, trovarono riparo nell’area ed evidentemente portarono semi di diverse piante.
All’interno del bacino, trovarono nel tempo riparo anche alcune famiglie di senza tetto. Inizialmente costruirono delle baracche in lamiera, che però vennero abbattute dalle autorità, a seguito del cambiamento dei piani per la destinazione dell’area, che dovrebbe ora diventare una riserva naturale protetta, privando così queste persone della loro abitazione.
Attualmente all’interno dell’area vivono una mezza dozzina di famiglie, che cercano di rimanere invisibili per non essere cacciati. Nessuno di loro ha una professione stabile e vivono di piccoli lavori nell’ambito delle costruzioni o raccogliendo e rivendendo rottami di metallo. Io voglio dare un nome ed un volto ad alcune di queste persone, che ho conosciuto e che si sono aperte con me, raccontandomi le loro storie: Gabriel e Magda con Furnică, Petrica, Marianna e Florin, Mariuta e Florin, sperando che possano riconquistare la loro dignità.