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FINO ALLA FINE DEL MONDO

 

 Un mito tra i più persistenti nel tempo è quello di limite estremo o ultima frontiera. Le Colonne d'Ercole nella letteratura classica indicano il limite estremo del mondo conosciuto. Oltre che un concetto geografico, esprimono anche il concetto di "limite della conoscenza". 

Geograficamente, visto che la loro esistenza è presunta, vengono collocate in corrispondenza della Rocca di Gibilterra (enclave inglese in territorio spagnolo) e del Jebel Musa a Ceuta (enclave spagnola in territorio marocchino) che sorgono rispettivamente sulla costa europea e quella africana. Secondo la mitologia, Ercole separò il monte ivi presente in due parti (le due colonne d'Ercole) e incise la scritta “nec plus ultra” (“lett. Non più avanti”). Il passaggio oltre le colonne rappresentava un traguardo irragiungibile, una meta inarrivabile per il genere umano, gli estremi confini della terra oltre cui si estendeva «l’oscurità infernale». La tradizione vuole che le colonne erette dall’eroe marcassero una sorta di viaggio nell’aldilà, nell’ignoto sconosciuto.

Questo progetto rispecchia la mia percezione di questi luoghi: atmosfere sospese tra passato e futuro, tra sogno e realtà, tra mito e leggenda,tra Africa ed Europa, in una sorta di limbo, di luogo di passaggio che risucchia l’umanità. Dimensioni rarefatte dove il vento, il sole e il mare creano atmosfere quasi eteree.

 

“Se c'è un luogo, al mondo, in cui puoi pensare di essere nulla, quel luogo è qui. Non è più terra, non è ancora mare. Non è vita falsa, non è vita vera. È tempo. Tempo che passa. E basta.” A. Baricco

 

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